martedì 15 gennaio 2013

Fino a qui, tutto bene!

"Fino a qui, tutto bene!". Mi sembra la filosofia imperante di quest'ultimo periodo. 
Nel commentare l'ultimo post, una collega mi faceva notare che Pensieri ed Emozioni esistono e sono lì, in bella vista, e lo faceva prendendo a spunto Benigni e la lettura della Costituzione Italiana (di cui consiglio a tutti la visione). Condivido questa lettura; Pensieri ed Emozioni esistono e sono elencati sotto forma di principi negli articoli della Costituzione tra i (troppo spesso abusati) diritti e i (troppo spesso dimenticati) doveri. Ed allora torna incessante quella domanda: "Ma com'è possibile?"
Questa volta una risposta voglio provare a darla e voglio partire proprio dall'Art. 1 della nostra Costituzione:

"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Quindi, se non ho capito male, sono un sovrano! Ed io che pensavo di non aver ottenuto niente nella mia vita.. Scherzi a parte: questa corona pesa e parecchio!!Almeno per me.
Forse per questo la gente ha iniziato a piegare la testa e camminare con lo sguardo incollato a terra? Forse per questo qualcuno si sente in diritto di fare ciò che vuole? Come se questa corona desse potere in modo proporzionale al suo peso.
Non lo so, so che forse è calata sugli occhi e non si riesce più a vedere. Avere 60.000.000 circa di sovrani, che non guardano o non si guardano, più che ad una Repubblica Democratica fondata sul lavoro mi richiama alla mente immagini Medievali. Una nazione fatta di feudi dove ognuno è sovrano ma del suo piccolo pezzo ed erge mura a difesa del suo castello. Ammetto sinceramente che questa visione mi rende più facile capire come ogni cosa passi velocemente da confronto a causa di conflitto. Ed io che, studiando la Storia a Scuola, ero convinto che l'Italia dei Comuni fosse passata da un pezzo; che fosse esistito un personaggio storico, tal "Garibaldi Giuseppe", che avesse contribuito alla riunificazione del nostro Paese sotto un'unica bandiera. Non abbiamo anche festeggiato da poco i 150 anni di unità Nazionale? Saranno state le fantasie adolescenziali di un ragazzino... 
Ma vivere nel Medioevo significava governare il proprio feudo sfruttando i più deboli, temendo e servendo i più forti, significava pretendere e non chiedere.. Posso fermarmi qui con l'elenco e confermare che: siamo tornati al Medioevo! Un popolo di sovrani forti con i deboli e timorosi davanti ai poteri forti e che procede come avvolta in un cono di nebbia nella speranza di vivere indisturbata, senza infamia e senza lode. Poco importa se hanno attaccato il feudo vicino, non è il mio! Però cosa accade quando colpiscono noi o qualche "sovrano amico"? Succede che la nostra realtà si scompensa e cadiamo a terra come colpiti da un pugno, succede che qualcuno si rialza e inizia urlare agitando i pugni a casaccio o sfogando la sua rabbia su altri sovrani. Succede anche che qualcuno resti a terra tremante, magari si finga anche morto, nella speranza che all'aggressore non venga voglia di infierire. Passata la paura e sfogata la rabbia arriva (o dovrebbe) il momento della ragione, quello in cui ti rendi conto che i pugni fanno male, soprattutto se non sei pronto a riceverli e non te li aspetti, che nascondersi e ripetersi "Fino a qui, tutto bene!" non è una frase degna di un Re, che questa non è vita ma lotta per la sopravvivenza.

Sono un Re, voi tutti che leggete siete dei Re, e non so voi, ma non me ne starò più a guardare il nostro regno che si autodistrugge. Non me ne starò in un angolo nascosto per non prendere un pungo! Se proprio devo prenderlo voglio essere colpito in faccia, in pieno viso, mentre guardo negli occhi il mio aggressore. Non andrò a caccia di sovrani più deboli solo perché qualcuno da la caccia a me, non pretenderò nulla dal mio popolo prima di averlo servito così come loro dovrebbero fare con me, non mi ripeterò più "Fino a qui, tutto bene!" mentre nel calduccio della mia casa mi crogiolo nel fatto di aver terminato indenne un'altra giornata. Perché ormai vivo nella consapevolezza dei miei doveri che non mi spaventano ma anzi mi rendono fiero perché sono l'eredità che ci è stata lasciata dai nostri padri.. certo è che bisogna essere degni di farsi chiamare Re!
E io voglio che nessuno posso dirmi che non sono degno di essere Re, e quindi, di essere un cittadino italiano. Attenzione colleghi Re: il pugno prima o poi arriva, lo dico per esperienza! Se così non fosse, fermatevi un attimo a riflettere perché forse siete quelli che li tirano. 
Ricordate sempre chi siete, Re d'Italia e cittadini del suo popolo. Desiderate, perché l'Italia è nostra!
Reali saluti,
Emanuele DRIOL, 1/60.000.000 di RE.

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